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Solasta - Crown of the Magister: la recensione

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Solasta – Crown of the Magister è un gdr strategico sviluppato da Tactical Adventures e basato sulla quinta edizione del gioco di ruolo Dungeons&Dragons.

Ambientato nell’immaginario mondo di Solasta, ciò che subito colpisce all’occhio, non appena si entra nel menu principale, sono due particolari opzioni: “character” e “dungeon maker”. Sul secondo ci soffermeremo più avanti nella recensione, quindi partiamo con la sezione di creazione dei personaggi.

Noteremo subito un elenco di personaggi precostruiti, di classi, razze e generi diversi, ma ci viene data la possibilità di creare anche i nostri personali protagonisti. Così, apriamo la creazione e subito salta all’occhio l’accuratezza con cui hanno ideato il character creator.

L’influenza di D&D è palese in ogni azione che si compie: l’editor è, infatti, una versione grafica e interattiva della creazione scheda del gioco di ruolo. Chi conosce il gioco di ruolo cartaceo, riconoscerà, sulla sinistra dello schermo, tutti i dati tipici di una scheda di D&D: avremo, infatti, oltre al ritratto del personaggio, al suo livello, nome e classe, anche l’elenco delle sei caratteristiche principali (forza, destrezza, costituzione, intelligenza, saggezza e carisma) e le altre particolarità del personaggio (classe armatura, iniziativa, movimento, bonus di competenza, punti e dado vita) che, per ora, sono ovviamente vuoti.

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Viene richiesto, come prima cosa, di scegliere la razza tra le cinque proposte: nani (divisi tra nani della collina e della neve), umani, mezzelfi, elfi (alti e silvani) e halfling (bisognerà scegliere se delle paludi o delle isole). A destra, quando cliccheremo su una di queste razze, ci verrà data una descrizione delle caratteristiche della stessa, dal movimento alle abilità razziali, permettendoci di scegliere quella migliore per il nostro personaggio.

Andando avanti, ci varrà chiesta la classe tra le sei proposte, chierico, guerriero, paladino, ranger, ladro e mago, perfettamente equilibrate tra combattenti e magiche, e la scelta dell’equipaggiamento di partenza. Una volta fatto, passiamo al background: ne abbiamo ben otto, e servono per determinare, insieme all’allineamento (rappresentato da una ruota) il carattere del nostro personaggio. In partita, infatti, saranno queste scelte a permettere al gioco di far parlare i personaggi, in base agli aggettivi che avremo scelto. Purtroppo, è un po’ limitante (anche per via del numero circoscritto di aggettivi da scegliere) e non sempre il personaggio uscirà col carattere che avevamo in mente per lui, ma è sicuramente una feature molto interessante.

Subito dopo, il gioco lancerà per noi i dadi delle caratteristiche, permettendoci di distribuirle nel modo migliore in base alla classe scelta. È interessante da notare che, il gioco, ci permette tre opzioni: il lancio casuale dei dadi, un massimale di punti da distribuire o la possibilità di distribuire i punti a nostro piacimento se volessimo trasportare un personaggio preesistente (magari uno utilizzato in una nostra campagna cartacea). Questo ci servirà anche per determinare le abilità del personaggio, che potremo scegliere nello step successivo insieme ai linguaggi da lui conosciuti.

Se poi dovessimo aver scelto una classe magica, ci verrà richiesto di indicare gli incantesimi conosciuti dal nostro personaggio, e una volta fatto arriveremo finalmente a customizzare l’aspetto.

Quest’ultima parte dell’editor è una nota un po’ dolente; nonostante le numerosissime scelte di colore, la possibilità di dare una voce al personaggio e di scrivere poche righe di background di nostro pugno, pecca nella scelta dei volti e delle acconciature: oltre ad essere un numero decisamente più limitato (la barba, addirittura, passa da due estremi: senza o molto folta), la grafica un po’ plasticosa non aiuta ad avere scelte particolarmente variegate. Comunque, una volta finito di dare gli ultimi ritocchi (tra cui, anche, il nome), potremo finalmente salvare la nostra creazione. Ci sono un paio di punti che sono saltati subito all’attenzione: in primis, una volta che avremo salvato il personaggio, non sarà più modificabile – quindi se ci saremo pentiti di qualche scelta stilistica, non sarà possibile tornare indietro. Inoltre, vi ricordate la possibilità, sopracitata, di scrivere poche righe di nostro pugno? Se lo farete, vi consigliamo di salvarle in un file separato, perché non appariranno da nessuna parte. Una svista? Sicuramente, che speriamo venga sistemata successivamente.

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Poche righe voglio dedicarle, prima di parlare del gioco e del gameplay, anche al dungeon maker, che presenta una targhetta con scritto “beta” che ci fa capire come sia ancora in fase di miglioramento. Come feature è davvero interessante: ci permetterà di creare le nostre personali mappe, con poche ma oculate opzioni e numerosi oggetti da inserire nelle stanze, tra scrigni, oggetti di scena e nemici. Si potrà anche fare un playtest, con un party generato automaticamente tra i personaggi presenti nell’editor, per toccare con mano il dungeon costruito. Anche qui, due sono le cose che fanno un po’ storcere il naso: innanzitutto, la mancata possibilità di gestire la grandezza delle stanze e degli oggetti, restando bloccati a quella decisa dal gioco; la seconda, è che sarà impossibile salvare un’immagine del nostro dungeon. La feature, come già detto, è ancora in beta, quindi speriamo che venga successivamente aggiornata e migliorata, magari con i consigli degli utenti.

E ora, finalmente, il piatto forte: il gioco vero e proprio. Solasta presenta una campagna propria e la possibilità di costruirsi la propria campagna personale. Senza ovviamente fare spoiler, andremo a parlare della campagna principale, denominata “Crown of the Magister”, come il sottotitolo del gioco.

Innanzitutto, oltre a scegliere il livello di difficoltà, sarà necessario mettere insieme il nostro party: ovviamente, si potrà scegliere tra i personaggi precostruiti, ma noi, come il gioco stesso, consigliamo di creare prima un party di personaggi propri, per rendere l’avventura più personale. Non appena avremo scelto queste opzioni, e dopo una schermata di caricamento non troppo lunga, potremo goderci una cutscene che racconta la storia del mondo, con l’avvento del Cataclisma che ha portato gli dèi e gli uomini a Solasta. Subito dopo, verremo catapultati in una taverna, dove i nostri quattro eroi si ritrovano davanti a un boccale di birra rancida raccontandosi le peripezie che hanno dovuto affrontare per arrivare lì.

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Saranno questi flashback a fungere da tutorial del gioco: seguendo le orme dei nostri quattro protagonisti, impareremo a giocare e faremo i nostri primi passi a Solasta.

Come detto all’inizio della recensione, è un gdr strategico: avremo quindi una griglia in cui muovere i nostri personaggi, invisibile per la maggior parte del gioco ma che sarà invece evidente sul terreno durante le battaglie, per permetterci di scegliere i movimenti dei nostri personaggi. l’hud presenterà tutti gli elementi che ci servono: i ritratti dei nostri personaggi sulla sinistra, che si sposteranno in alto per inserirsi nei turni di battaglia; il personaggio selezionato, più in grande, in basso a sinistra, con le informazioni essenziali come gli HP e tutte le azioni che può compiere (dall’attacco agli incantesimi, alle pozioni utilizzabili, alle tre combinazioni di armi che si potranno usare); una pratica mappa in basso a destra che fungerà anche da menu per salvare, caricare o mettere in pausa il gioco; e, infine, una chat in alto a destra in cui verranno segnati tutti i tiri di dado.

Perché sì, in Solasta è il dado a decidere, proprio come in una campagna cartacea, l’esito di tutte le azioni del personaggio, e non solo in battaglia: anche durante l’avventura principale ci saranno momenti in cui il dado deciderà se il mago del party potrà aiutare con qualche nozione di storia della magia, o se il ladro riuscirà a compiere quel salto per giungere dall’altra parte della piattaforma.

In generale, nonostante abbia tutte le informazioni necessarie al gioco, l’hud risulta un po’ troppo grande, senza possibilità di rimpicciolirlo. Negli schermi più grandi non è un grosso problema, ma nei monitor più piccoli (come quelli di un portatile) potrebbe risultare davvero invadente, lasciando poco spazio alla visuale di gioco. Questo, comunque, non inficia poi troppo l’avventura: si riuscirà a godersi i propri protagonisti che si muovono in un mondo davvero molto vasto, interagendo con un’ampia varietà di altre personalità. Le quest, sia quelle principali che le secondarie, sono variegate e tutte molto interessanti, e permettono di incrementare la nostra affinità anche con altre fazioni che potrebbero, successivamente, esserci utili nel corso della storia. Ad aiutare i nostri protagonisti nella loro avventura, sarà anche la possibilità di crafting degli oggetti: mentre ci si muove nel mondo di gioco si potranno raccogliere o comprare ingredienti per creare pergamene degli incantesimi, pozioni, veleni e frecce.

La mappa di gioco è, appunto, molto vasta; il gioco non è un open world nel senso stretto del termine, quanto più permette di spostarsi da un luogo all’altro con una sorta di fast travel interattivo, in cui una pratica chat ci riassumerà quello che, giorno per giorno, succede ai nostri eroi mentre si spostano da un luogo all’altro.

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A parte qualche problema di corruzione dei salvataggi facilmente risolvibile e dovuto, forse, al passaggio da un pc all’altro, il gioco in sé è stabile e non si notano particolari bug o crash improvvisi; anche la grafica è ottima, con paesaggi splendidi realizzati con una certa cura e precisione. Solo i personaggi risentono di una qualità grafica non troppo curata: come già accennato nella parte relativa al character creator, risultano plasticosi e un po’ sproporzionati, dando anche al movimento un effetto “alla Gollum”.

Anche la lingua può essere un particolare ostacolo: Solasta è un gioco di ruolo, quindi con moltissimi dialoghi e documenti da leggere; il gioco presenta una non troppo vasta scelta di lingue (inglese, francese, tedesco e cinese semplificato) in cui manca, purtroppo, una localizzazione italiana. Questo potrebbe essere un ostacolo molto difficile da superare, in un gioco dove comprendere ciò che viene detto e descritto è molto importante. Questo, tuttavia, non ci ha impedito di godere comunque delle potenzialità del gioco, che resta un titolo interessante nel vasto mondo dei gdr.

In conclusione, Solasta è un gioco accattivante, con feature interessanti e la possibilità di vivere un’avventura unica in un mondo vasto e dettagliato. Nonostante lo scoglio della lingua e i piccoli difetti sicuramente sorpassabili, chi ama i gdr si divertirà sicuramente in questo mondo nuovo, lasciando, ancora una volta, il proprio destino nelle mani del dado.

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VOTO: 7.5

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